Ultime News

Lady Diana: le rivelazioni del suo maggiordomo

Lady Diana: le rivelazioni del suo maggiordomo

Il domestico Paul Burrel ricorda la Principessa a venticinque anni dalla sua scomparsa

Il 31 agosto ricorre il venticinquesimo anniversario della tragica scomparsa di Lady Diana, ma le polemiche e le illazioni non sembrano placarsi. La sua morte a Parigi nel 1997 insieme a Dodi Al-Fayed fu davvero un incidente?

Qualche anno fa incontrai il suo celebre maggiordomo, Paul Burrell, che per molti anni fu alle dipendenze della Royal Family e ha scritto diversi libri raccontando le sue esperienze, tra cui Al servizio della mia regina (pubblicato nel 2003) e Come eravamo (2007) nel quale ricordava il suo periodo con la Principessa.

L’intervista è stata pubblicata (in forma più ridotta) su Vanity Fair, mentre mi parlava di Diana, Burrell si commosse quasi alle lacrime.

Ha sempre sostenuto che nessuno conosceva Diana quanto lei. Quali erano esattamente i vostri rapporti?

«Ho gestito la sua vita pubblica e quella privata per dieci anni, diventando un confidente e anche un amico. Col trascorrere del tempo, man mano che scomparivano le persone dello staff, le ho fatto da autista, da guardia del corpo, da segretario, da guardarobiere, da governante e qualche volta anche da cuoco. E quando lei è mancata mi sono ritrovato al centro di un vuoto: sono diventato vulnerabile».

Che cosa intende?

«Voglio dire che sono finito nell’occhio di un ciclone. Finché era viva Diana riusciva a garantirmi una sicurezza che mi tutelava anche dal rischio rappresentato dai suoi detrattori. Dopo la sua scomparsa, considerando che anche l’establishment e la Famiglia Reale l’avevano abbandonata, sono rimasto solo».

Ha avuto paura?

«All’epoca qualcuno ha minacciato di uccidere mia moglie e i miei figli e ha dato fuoco al mio negozio di fiori. Diciamo che ho dovuto fare i conti con gente particolare, del resto Diana era un’icona mondiale. Tuttavia non bisogna dimenticare che prima di lei ho servito la Regina Elisabetta per undici anni. E la Regina sa perfettamente che ci sono molte cose che non ho mai raccontato…».

Qualcuno trovava strano che una principessa avesse un rapporto così stretto con un maggiordomo?

(ride) «Ho conosciuto Diana quando aveva appena 18 anni, era una ragazzina timida e nel suo nuovo ruolo di Principessa di Galles si sentiva assolutamente in imbarazzo. Le ho insegnato come funzionavano le cose a Palazzo, e lei non se l’è mai dimenticato: aveva molti amici tra la servitù, con la quale si trovava molto più a suo agio che con la Famiglia Reale, anche se all’epoca del suo matrimonio ovviamente non si sapeva».

Qual è la sua opinione personale su quello che le è accaduto a Parigi?

«Non ne ho mai parlato: sarebbe poco saggio. Voglio pensare, come il resto del mondo, a un tragico incidente».

Lei ha scritto che la Principessa non era affatto innamorata di Dodi Al-Fayed.

«Me lo disse lei stessa, al telefono, due giorni prima di morire: non vedo l’ora di tornare a casa, ho bisogno di un matrimonio come di un eritema. Le sembrano le parole di una donna che sta per fidanzarsi?»

Qual è la più grossa bugia che è stata raccontata in questi anni su Diana?

«Che fosse instabile e squilibrata. I paparazzi le davano la caccia, le urlavano sei una puttana, la facevano piangere. Poi uscivano le fotografie con i titoli “Diana instabile”».

Quali sono oggi i suoi rapporti con i figli, i principi William e Harry?

«Non ho più nessun rapporto con loro dal 1997. Dopo la scomparsa di Diana erano ancora piccoli, sono stati controllati dall’entourage del padre. Ma chissà, forse un giorno vorranno incontrarmi: ho sempre pensato che se mia madre avesse avuto accanto una persona così intima, io avrei voluto parlarci.  Però ho sentito una volta la Regina, che mi ha ringraziato per essere stato così vicino a Diana e in effetti ha riconosciuto che nessuno lo è stato quanto me».

C’è qualche oggetto personale di Diana che conserva o le è particolarmente caro?

«Questi gemelli d’oro che indosso (mostra i polsini), con la D e la corona, sono pezzi unici, me li diede lei stessa.  In effetti ho avuto molti problemi per via degli oggetti che mi regalava, eppure era una cosa normalissima. Chieda a qualsiasi dama dell’alta società cosa fa delle sue cose, degli abiti, delle borse, quando non ne ha più bisogno: li regala alla servitù, alle persone che le sono vicine. Io invece sono stato accusato di furto. Evidentemente qualcuno aveva paura di quello che avrei potuto raccontare, e se fosse stato dimostrato che ero un ladro avrei perso la mia credibilità. Così non avrei mai potuto scrivere un libro su di lei».

Picture of Elisabetta Colangelo

Elisabetta Colangelo

Torna in alto