House of the dragon, le prime impressioni

House of the dragon, le prime impressioni

House of the dragon, le prime impressioni

Il prequel de Il trono di spade non convince fino in fondo (almeno per quanto riguarda il debutto)

 

House of the dragon, la serie prequel del super cult Il trono di spade ha appena debuttato su Sky Atlantic (il 22 agosto in versione originale sottotitolata) riportandoci nel fantastico continente di Westeiros.

Come ho già scritto, è tratta dal romanzo Fuoco e sangue di George R.R. Martin e racconta le vicissitudini della dinastia Targaryen, i biondi dominatori di draghi da cui nascerà la futura regina Daenerys protagonista della serie madre.

Che cosa accade nella prima puntata (ovviamente sto per darvi degli spoiler!): Siamo ad Approdo del Re, oltre 170 anni prima della nascita di Daenerys, e sul trono di spade siede il re Viserys, padre di un’unica figlia, l’indomita adolescente Rhaenyra, e dunque angustiato dalla mancanza di un erede maschio. Dopo aver tragicamente perso la sposa e il figlioletto appena nato nel quale riponeva le ultime speranze, non gli resta che designare Rhaenyra come erede al trono, escludendo dalla successione il fratello Daemon, capo della Guardia cittadina, considerato troppo ambizioso e violento per diventare re.

Una prima impressione: House of the dragon ci ripropone tutti gli ingredienti che caratterizzavano il Trono: sangue, intrighi, violenza, teste mozzate, nudità, sesso e scene di festini nei bordelli. Tuttavia, la sensazione è che non riesca a renderci la stessa atmosfera epica, brutale e magica allo stesso tempo, probabilmente anche a causa di una fotografia più sciatta che rende il racconto un po’ cheap.  

Ma il prequel ha anche altri problemi. Il trono ci aveva raccontato una storia perfettamente corale, originalissima e ricca di colpi di scena, nella quale decine di protagonisti si muovevano come pedoni su una scacchiera. House of the dragon invece sembra più concentrato sul personaggio di Rhaenyra, per raccontarci il dramma di una donna chiamata a svolgere un compito difficilissimo che tutti preferirebbero affidato a un uomo. Una storia di riscatto al femminile, senza dubbio, ma anche più banale.

E poi: i personaggi della serie madre bucavano lo schermo alla prima apparizione. Pensiamo a Daenerys interpretata da Emilia Clarke, nella scena iniziale cui si presenta seminuda, o a Jason Momoa nei panni dell’irresistibile Khal Drogo, o al piccolo Tyrion Lannister magistralmente reso da Peter Dinklage. Erano tutti attori semisconosciuti, sono diventati star mondiali.  Il cast di House of the dragon invece per ora convince poco, e l’unico interprete davvero degno di attenzione è anche l’unico già famoso, Matt Smith, nel ruolo del principe Daemon.

Voi che cosa ne pensate?

Io comunque continuo a seguire la serie (e magari cambierò idea).

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