Argentina 1985: la storia del pool di “ragazzini” che sconfisse in tribunale il dittatore Videla

Argentina 1985: la storia del pool di “ragazzini” che sconfisse in tribunale il dittatore Videla

Argentina 1985: la storia del pool di “ragazzini” che sconfisse in tribunale il dittatore Videla è diventata un film (bellissimo) su Prime Video

 

È uno dei film più belli passato in concorso all’ultima Mostra di Venezia, era nella rosa dei possibili vincitori e l’attore protagonista, Ricardo Darín, ha mancato per un soffio la Coppa Volpi (andata poi invece a Colin Farrell). Lo dirige Santiago Mitre e arriva su Prime Video il 21 ottobre come primo film “original” prodotto in Argentina (da non perdere).

 

Che cosa racconta: È il 1985, per l’appunto, e il pubblico ministero argentino Julio Strassera (Darín) viene incaricato suo malgrado, col giovane collega Luis Moreno-Ocampo (Peter Lanzani) di istruire il processo contro l’ex presidente Jorge Videla e i capi della giunta militare che hanno governato il Paese per sette anni fino al 1983. Accusato di crimini contro l’umanità per aver fatto torturare e uccidere migliaia di “desaparecidos”, Videla gode ancora di un grande supporto tra la classe dirigente e le istituzioni. Nessuno, dunque, vuole far parte del pool dell’accusa, e Strassera riesce ad arruolare soltanto giovani avvocati, laureandi e studenti. Tuttavia il suo processo entrerà a far parte della storia.

 

Perché guardarlo: Argentina, 1985 ripercorre abbastanza fedelmente le fasi del difficilissimo procedimento che vide imputato il dittatore Videla, una specie di scontro tra Davide e Golia. Ha una bellissima ambientazione d’epoca e una splendida fotografia, e riesce ad essere forte e commovente (molto, soprattutto nelle scene in tribunale in cui ci sono le vittime a testimoniare) senza mai perdere una certa ironia tutta latina. La vicenda politica si intreccia poi a quella personale del procuratore, un uomo che diventa eroe suo malgrado insieme alla propria famiglia, e ci offre diverse scene di grande leggerezza. Come quando, sconvolto per l’aver appena ricevuto una telefonata minatoria in casa propria, Strassera si sente rispondere con noncuranza dalla moglie: “Era quello delle minacce? È tutto il giorno che chiama…».  

Spiegava il regista Mitre che «quando l’arte ha la fortuna di trasformarsi in un “veículo social”, aiuta a far funzionare la testa e a scaldare i cuori».

 

Per  concludere, e senza temere di “spoilerare”, mi piace ricordare che il processo in tribunale si concluse con la vittoria di Strassera: l’ergastolo per il generale Videla e l’ammiraglio Emilio Massera e condanne più lievi per altri tre membri della giunta.

Si stima che tra il 1976 e il 1983 il governo militare argentino si macchiò di oltre 30 mila omicidi politici e strappò alle famiglie “dissidenti” più di 500 bambini, che le Abuelas de Plaza de Mayo ancora stanno cercando.

0 Commenti

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*