Amsterdam, al cinema il 27 ottobre, è un noir ambientato negli anni Trenta fighissimo in tutto

Amsterdam, al cinema il 27 ottobre, è un noir ambientato negli anni Trenta fighissimo in tutto

Amsterdam, al cinema il 27 ottobre, è un noir ambientato negli anni Trenta fighissimo in tutto – cast, regia, atmosfere, trovate scenografie, costumi –salvo un particolare: non funziona neanche un po’

 

Arriva nelle sale cinematografiche il 27 ottobre dopo l’anteprima alla Festa del cinema di Roma uno dei più annunciati “blockbuster” (è un termine vecchio, lo so, ma come lo sostituisco? Se avete suggerimenti potete scrivermi) dell’autunno, che però negli States ha già deluso pubblico e critica.

Qui vi spiego perché Amsterdam, purtroppo, non funziona.

Che cosa racconta: Ecco il vero problema del film. Amsterdam è ambientato nella New York degli anni Trenta, ed è ispirato a un tentativo di sostenere l’avvento del nazifascismo europeo che (pare) si verificò realmente, ma la trama è talmente pasticciata e traboccante di personaggi e flashback da risultare poco comprensibile (per non dire noiosa). Semplificando al massimo: si parte con due ex commilitoni, veterani della Prima Guerra mondiale e grandi amici, un medico e un avvocato (Christian Bale e John David Washington) chiamati ad indagare sulla morte sospetta di un loro superiore. Poi si finisce nel passato, in Olanda, quando nell’immediato dopoguerra i due stringono un patto di sangue con l’affascinante infermiera che ha curato le loro ferite (Margot Robbie) finché lei non scompare. E si ritorna di nuovo nel presente mentre le indagini li portano a ritrovare l’amica, contattare un celebre veterano (Robert De Niro) e finalmente smascherare un complotto.

 

Perché guardarlo: È davvero un peccato che Amsterdam abbia una narrazione così carente, perché per il resto è un film bellissimo. Ha un cast super nel quale compaiono anche Anya Taylor-Joy e Rami Malek, Zoe Saldaña, Chris Rock, Matthias Schoenaerts,  Taylor  Swift, i personaggi sono tutti ben disegnati e gli interpreti bravissimi, ci sono belle trovate, splendide scenografie e costumi, e un’ottima regia. Anche il messaggio che vuole veicolare non è male (e per una volta non completamente politically correct), ci esorta a fare attenzione perché la storia si ripete, a rispettare chi siamo e dare valore all’amicizia, a combattere le ingiustizie. Tuttavia il film non decolla: è come una meravigliosa zuppa nella quale abbiamo messo i migliori ingredienti, che però al palato risulta insipida.

E lo dico con dispiacere.

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