Ultime News

The Consultant, su Prime Video, è una metafora spietata (ma divertente) del mondo del lavoro ipertecnologico

The Consultant, su Prime Video, è una metafora spietata (ma divertente) del mondo del lavoro ipertecnologico

 

È una delle serie più strane che mi è capitato di vedere ultimamente, di quelle da cui resti in qualche modo affascinata e vorresti andare fino in fondo per vedere come finirà (sono 8 episodi), ma poi devi fermarti a rifletterci. E per certi versi mi ha ricordato un film assolutamente surreale del 1985 firmato da Martin Scorsese, After Hours.

The Consultant, uscita un paio di settimane fa su Prime Video, è ispirata al romanzo di Bentley Little del 2015 – tuttavia non lo segue fedelmente, anzi, è parecchio diversa – e combina thriller e commedia in una sorta di crescendo inquietante.

 

Che cosa racconta:

Siamo in California, ai giorni nostri, e la CompWare è una company che realizza videogame fondata da un giovanissimo genio coreano, Mr. Sang, dove lavorano decine di giovani dipendenti in uffici super pop in stile Google, poltrone colorate, bar, un biliardo. Quando Sang viene improvvisamente ucciso, in azienda arriva un gentiluomo sessantenne in giacca e cravatta (lui è Cristoph Waltz) che si presenta come Regus Patoff, consulente, e ne assume il comando senza che nessuno abbia idea di chi sia.  Lo strano comportamento di Patoff, che non lascia mai l’ufficio, convoca i dipendenti di notte e li tormenta con richieste sempre più assurde(cominciando col chiudere fuori dalla porta una collaboratrice disabile) insospettiscono uno sviluppatore (Nat Wolff) e la ex assistente di Sang (Brittany O’Grady) che nel cercare la verità finiscono coinvolti in una vicenda dai toni quasi sovrannaturali.

 

Perché guardarla:

Come dicevo prima, la serie incuriosisce parecchio. Per poter andare avanti però, qui devo fare degli spoiler, per cui se volete vederla, vi consiglio di fermarvi ora (e leggere quando l’avrete finita).

Per capire il senso della serie, chi è Patoff e perché si trovi in azienda, bisogna arrivare alle ultime due puntate (e potrebbero esserci anche spiegazioni diverse): in realtà il consulente non è umano ma un automa dallo scheletro d’oro massiccio (come un circuito elettrico), impostato per portare l’azienda al successo e premiare i dipendenti più efficaci (e dunque con meno scrupoli), ma totalmente privo di un’intelligenza emotiva o di una morale.  Una sorta di demone, se vogliamo, ma soprattutto una metafora degli algoritmi e delle intelligenze artificiali che ormai governano sempre di più il mondo del lavoro e fanno prosperare le multinazionali (compresa Prime Video che trasmette la serie!) ignorando gli esseri umani.

 

Picture of Elisabetta Colangelo

Elisabetta Colangelo

Chi Sono?

Giornalista italiana ed esperta di cinema, Tv e celeb, collaboratrice da oltre 20 anni dei più importanti gruppi editoriali italiani e internazionali scrive e ha scritto per Grazia, Vanity Fair, GQ, Donna Moderna, Glamour e molte altre testate.

Post Recenti

Torna in alto