Carrie Bradshow torna a giugno su Sky, urge il ripasso di And just like that…

Carrie Bradshow torna a giugno su Sky, urge il ripasso di And just like that…

Carrie Bradshow torna a giugno su Sky, urge il ripasso di And just like that…

La notizia è che la seconda stagione arriverà a giugno su Sky. Quindi tocca fare il ripassino di And just like that… (la trovate nella Sky Box) la serie che (ahimé) vent’anni dopo ha riportato in tv le 3 amiche di Sex and the city Carrie, Miranda e Charlotte, interpretate rispettivamente da Sarah Jessica Parker, Cynthia Nixon e Kristin Davies, orfane però di Samantha – della quale le tre parlano tutto il tempo, ma che non si vede mai e non risponde neanche al telefono (perché molto giustamente Kim Cattrall non se l’è sentita).

In And just like that…2 sembra anche certo che Carrie avrà un ritorno di fiamma per l’ex (e banalotto) Aidan (John Corbett), ve lo ricordate? Era il designer di mobili in legno col quale Carrie aveva avuto la relazione più seria negli intervalli in cui non era con Big (Chris Noth), ma l’aveva tradito e alla fine si erano lasciati. Nella serie c’è un episodio in cui poi lo incontra con la moglie e un bimbo piccolo nel marsupio, nel secondo film lo incrociava ad Abu Dhabi sempre sposato con prole. Purtroppo gli sceneggiatori ci hanno ripensato.

 

Che cosa racconta: Vi avviso: qui devo fare degli spoiler, quindi regolatevi.

Nella prima stagione siamo ancora a New York, sono passati vent’anni e Carrie, Miranda e Charlotte sono invecchiate (un po’ male). Da talenti emergenti della scena trendy di Manhattan si sono trasformate in classiche “sciure” dell’upper class, e il passare del tempo, diciamolo pure, non è stato clemente.  Miranda vive ancora col marito Steve (David Eigenberg), che è diventato anche sordo, insieme al loro figlio ventenne perennemente in tempesta ormonale. Charlotte è rimasta con Harry (Evan Handler) e ha due figlie adolescenti che la fanno impazzire, una naturale, l’altra adottiva di origine asiatiche. Carrie finalmente è sposata con Big, ma il colpo di scena ci arriva addosso già nel primo episodio: Big ha un infarto e muore seduta stante, fatto fuori dalla produzione che non ha gradito le accuse di molestie sessuali piovute su Noth. Seguono puntate di lutto e funerali. Nel frattempo muore anche Willie Garson, l’attore che interpretava l’amico del cuore di Carrie, Stanford, membro dell’unica coppia (gay) che sembrava aver resistito all’inclemenza del tempo. Per cui il superstite Mario Cantone nel ruolo di Anthony si separa da un giorno a un altro.

Per farla breve: Carrie è disperata, tuttavia lavora a un podcast sulla sessualità contemporanea LGBT friendly diretto da uno stand up comedian non binario (lo interpreta Sara Ramirez) che si è guadagnato nomea di personaggio più antipatico dell’intero show.  Miranda si scopre bisessuale e lascia Steve (nella vita la Nixon è sposata con una donna e si autodefinisce “queer”). Charlotte è costretta ad accettare le tendenze transgender della figlia naturale.

 

Perché guardarla:

O anche perché no. Certe operazioni “revival” sono sempre un salto nel buio, e questa non mi pare riuscita (anche a giudicare dalle critiche internazionali). Le tre amiche sono invecchiate, lo show ha perso la sua verve e l’unica vera preoccupazione degli sceneggiatori sembra essere il politically correct. Sesso sì, ma solo nei termini della “diversity”: gli eterosessuali non ne fanno quasi. Introduzione di nuovi personaggi afroamericani, come l’amica di Charlotte, Lisa (Nicole Ari Parker) che cerca invano di prendere il posto di Samantha. Per non parlare della morte di Big.

Insomma: Just like that… l’abbiamo guardata, e guarderemo anche la nuova stagione perché siamo fan. Ma Carrie e le altre era meglio ricordarsele nell’aura iconica di Sex and the City.

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