Luca Maria Vannuccini ci racconta la serie Sky Un’estate fa

Luca Maria Vannuccini ci racconta la serie Sky Un’estate fa

Luca Maria Vannuccini ci racconta la serie Sky Un’estate fa

 

Romano, classe 2001, Luca Maria Vannuccini è tra i giovani protagonisti di Un’estate fa, la nuova serie che vedrete su Sky dal 6 ottobre. Un mistery crime corale con risvolti supernatural che si svolge su due livelli temporali, gli anni Novanta e i giorni nostri, prodotto da Sky Studios e Fabula Pictures.

È la storia un delitto le cui origini sono da ricercarsi tra gli eventi di un’estate in cui i protagonisti erano adolescenti, e Luca è Adriano, il miglior amico di Elio (interpretato da Filippo Scotti e Lino Guanciale) che da adulto verrà accusato di aver ucciso la sua “cotta” di quei tempi.

Negli anni Novanta tu non eri ancora nato.

«E sono anche poco nostalgico, per cui non avevo un’idea precisa di come potessero essere quegli anni lì. Mi ha colpito il clima di spensieratezza che abbiamo rappresentato, e come fossero più diretti e facili i contatti tra le persone».

Era un mondo analogico, e i cellulari non erano di utilizzo comune.

«Noi giovani del cast infatti abbiamo voluto immergerci in quella realtà, e sul set abbiamo rinunciato ai cellulari. La regista Marta Savina ci ha portato in un parco giochi per farci relazionarci tra biliardini e minigolf, e quando abbiamo iniziato a girare in Puglia abbiamo continuato coi giochi analogici. È incredibile quanto poco mi sia mancato il cellulare, l’ho usato giusto per fare ogni tanto una chiamata a casa».

Nella serie c’è anche tanta musica anni Novanta.

«Ed è stato fondamentale capire come la ballavano, mica come oggi: passi diversi e un modo di muovere il corpo molto più libero. Mi ha aiutato osservare mio padre scatenarsi alla festa dei suoi 50 anni».

Sei giovanissimo come è nata la tua passione per la recitazione?

«Ce l’ho da sempre, da piccolissimo amavo mascherarmi e diventare un personaggio diverso, un supereroe.  Perché ero un bambino timido, piccolo di statura, coi capelli rossi e pieno di lentiggini e in più soffrivo anche di dislessia, per cui mi sentivo diverso, un po’ stupido. Per stimolarmi i miei mi proposero un corso di recitazione e me ne sono innamorato. Facevo la mia lezione e poi restavo a guardare quella degli adulti, recitare mi ha aiutato a superare i miei problemi e ha fatto di me quello che sono».  

Foto: Luca Stendardi  
Look : Sandro Paris

 

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