Cosa resterà del Sanremo 2024?

Cosa resterà del Sanremo 2024?

Cosa resterà del Sanremo 2024?

 

Francamente? Per quanto mi riguarda davvero nulla. Un’edizione, questa del 2024, moscia e priva di canzoni memorabili, nonostante la grande aspettativa e gli ascolti plebiscitari (74% di share e 14 milioni di spettatori per la serata finale).

I vincitori: Sul podio Angelina Mango (come da pronostici), seguita da Geolier e da Annalisa.

Sisal aveva già stilato la classifica vincente il giorno prima, neanche il brivido di arrivare alla finale.

Tre canzoni bruttine, che certamente non entreranno nei memorabilia del festival. La migliore? Forse Ti muovi di Diodato, piazzata solo al tredicesimo posto .

I conduttori: Bravo Amadeus, sempre imperturbabile su un palco che a detta di tutti fa tremare le ginocchia anche ai più rodati. Peccato solo per l’eterna Giovanna piazzata a marcare il territorio in prima fila, accanto al pargolo continuamente nominato dagli ospiti in captatio benevolentiae. Voto 7.

Marco Mengoni, voto 6. Bello, elegantissimo, ha superato la prova più grazie al proprio fascino che ad un’effettiva capacità.

Giorgia, voto 5. Diciamolo pure che non è stato il suo anno migliore. Ha cantato sottotono, era vestita e pettinata malissimo (ma chi le ha consigliato lo smoking coi bermuda? Sarà pure Dior, ma non era per lei) e sembrava smarrita. L’ha buttata in caciara alla romanesca stile Ferilli, peggiorando le cose.

Teresa Mannino, voto 7. Simpatica, preparata, professionale nonostante Amadeus non l’abbia valorizzata a sufficienza.

Lorella Cuccarini, voto 7. Come sopra, e in più, un fisico pazzesco. Complimenti.

Fiorello, voto 4. Insopportabile: ogni volta che approda in prima serata chissà perché scivola di default in quella terrificante comicità da villaggio turistico, dove sei bendata e ti costringono a riconoscere tuo marito tra gli altri uomini annusando i “pacchi”.

Prima Festival, voto 4. Dove si evince che ha ancora ragione Marshall McLuhan a sostenere che è il mezzo a fare il messaggio. Mattia Stanga può funzionare su Tik Tok, dove appare ai ragazzini come il compagno di scuola buffo che ti fa ridere, su Raiuno invece è imbarazzante.

 

Gli ospiti, n.c. L’unico intervento veramente autentico ed emozionante è stato quello di Giovanni Allevi, tornato a suonare dopo una grave malattia, per il resto molta fuffa e retorica.

Senza grande verve la performance di Russel Crowe alla testa della sua band, su John Travolta si è già detto tutto, rimarrà scolpita negli annali sanremesi l’espressione gelida del suo visosi vergognino gli autori, che dopo averci propinato per la milionesima volta la Febbre del sabato sera e Pulp fiction hanno pensato: dai, figata, facciamogli fare il “ballo del qua qua”. Risultato: un siparietto imbarazzante, per non dire patetico, con lui che giustamente non rilascia la liberatoria per riutilizzare le immagini (grazie John).

 

I duetti: Niente di entusiasmante da segnalare, neanche su quelli più attesi, come Alfa con Roberto Vecchioni (carino), Irama con Riccardo Cocciante (mediocre), Fiorella Mannoia con Francesco Gabbani (mah), Rose Villain con Gianna Nannini (imbarazzante), Bnkr44 con Pino D’Angiò e i Santi Francesi con Skin (forse i due migliori).

 

I look: Tra le più eleganti il primo posto va a Clara, seguita da Rose Villain, Alessandra Amoroso, Annalisa e anche la Mannino non mi è dispiaciuta, e poi Mengoni scicchissimo, e Ghali.

Bocciati Il Volo, Dargen D’Amico, La Sad, Loredana Berté (ostinata in mini abiti  assolutamente inappropriati) e Big Mama infagottata in crinoline.

Insomma, tutto il resto è noia, come diceva Franco Califano, che proprio stasera parte su Raiuno col suo biopic / santino (lo interpreta Leo Gassmann).

 

 

 

0 Commenti

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*